Se stamattina, svegliandovi, àuguri ed aruspici
vi hanno chiamato per consigliarvi di non uscire, e se vi sentite un po’ Giulio
Cesare e il giorno delle idi vi sembra funesto, allora potreste seguire qualche
buon consiglio di Shakespeare su come affrontare la vostra giornata.
Secondo alcune voci di corridoio una
leonessa ha partorito per le strade, tombe si sono spalancate e hanno
restituito i loro morti; feroci guerrieri di fuoco hanno combattuto sulle
nuvole, in ranghi e squadroni e in assetto di guerra, sprizzando sangue sul
Campidoglio; il rumore della battaglia risuonava nell'aria; nitrivano i cavalli
e gemevano uomini morenti; spettri gridavano e ululavano per le strade.
A questo punto, ci sono alcune cose che
potete fare:
1. Correte alle vostre case, cadete in
ginocchio, e pregate gli dei di fermare la peste che di necessità deve piombare
su questa ingratitudine.
2. Radunate i miserabili della vostra specie;
portateli sulle rive del Tevere e versate lacrime nel fiume finché l'onda più
bassa non baci le sue rive più alte.
3. State attenti alle idi di marzo!
4. Voi, dei, rendete i deboli più forti; in
tal modo voi, dei, rovesciate i tiranni. (Perché l’autostima è importante)
5. Tenete bene a mente che non c'è torre
di pietra, non mura di bronzo battuto, né carcere senz'aria , né forti catene
di ferro, che possano imprigionare la forza dello spirito. Se so io questo,
sappia allora tutto il mondo che quella parte di tirannia che subisco posso
scuotermela di dosso a mio piacere. E così io, così ogni schiavo, ha in mano il
potere di cancellare la sua cattività.
6. Dobbiamo essere sacrificatori ma non
macellai. Noi tutti combattiamo lo spirito (di Cesare), e nello spirito degli
uomini non c'è sangue.
7. Buoni amici, abbiate l'aria fresca e
allegra. Il nostro aspetto non rivesta i nostri propositi ma portiamoli come
fanno i nostri attori, con spirito saldo e ferma dignità.
buongiorno, dunque, a ognuno di voi.
Tuttavia, è ancora dubbio se Cesare, oggi,
uscirà oppure no; perché ultimamente è diventato superstizioso, con opinioni
del tutto diverse su fantasie, sogni e premonizioni. Può darsi che i prodigi
apparsi oggi, il terrore inconsueto di questa notte e i pareri dei nostri
aruspici lo tengano lontano dal Campidoglio.
Non temete. Se ha deciso così, io so come
ribaltare la decisione. Infatti ama sentire che gli unicorni possono esser
traditi dagli alberi, e gli orsi dagli specchi, gli elefanti dalle buche, i
leoni dalle reti e gli uomini dagli adulatori.
I codardi muoiono molte volte prima della
loro morte; i coraggiosi gustano la morte una volta sola.
Di tutti i prodigi di cui ho sentito, il
più strano mi sembra il timore degli uomini nel vedere che la morte, una fine
necessaria, verrà, quando deve venire.
Che dicono gli auguri?
Non vogliono che tu esca oggi.
Gli àuguri, estratte le interiora di una
vittima, non hanno trovato un cuore nella bestia.
Gli dei fanno questo per svergognare la
codardia.
Cesare sarebbe una bestia senza il cuore
se dovesse restare a casa per paura.
No, Cesare non lo farà.
Il pericolo sa bene che Cesare è più
pericoloso di lui.
C'è una marea nelle cose degli uomini,
che, presa quand'è alta, conduce alla fortuna; perduta questa, tutto il viaggio
della vita è confinato in secche e sventure. Su tale mare in piena adesso
galleggiamo, e dobbiamo prendere la corrente quando serve oppure perdere il
carico.
fonte: William Shakespeare, Giulio Cesare,
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