giovedì 23 aprile 2015

Welcome to Camden_ TravelTips da Londra





A Camden Town, non puoi non andare. A tratti ti sembrerà Disneyland, a tratti un parco giochi, a momenti un posto per bambini. Mi sarebbe piaciuto passare di lì molti anni fa, ma poco importa.







Che sia turistico, un po' artefatto, un po' sintetico, è indubbio, ma è un folclore che ci piace, e ci entra nell'anima.





Denso e colorato, di oggetti dalle "intenzioni libere": di scarpe con unicorni che ti faranno saltare "su un cavallo alato, prima che l'incostanza offuschi lo splendore"; di stivali con così tanto metallo da bloccarti al check-in dell'aeroporto per sei mesi; di trame, pizzi, e merletti; di profumo di cucine etniche e di Thailandia, di salsa di soia e birra.

Un giorno solo basta per chi ha gli occhi allenati, e non si fa stregare da brucaliffi e cappellai matti, per chi si fa travolgere dalla musica e dalle luci stroboscopiche mantenendo una certa discrezione. Un giro da Cyber dog è d'obbligo, perché bisogna poter dire di aver giocato con bustier in pvc, code e manette, e soprattutto di aver esplorato la zona sexy al silicone. Foto solo all'esterno, alle due sculture giganti, sfingi contemporanee simil hi-tech.

La tappa dark non poteva mancare, e mi dispiace che non ci siano foto a documentare il mio stupore ed i miei discutibili acquisti. Quello che importa, nella vita, è guardarsi allo specchio e riconoscersi; che tolta la divisa, si sappia bene cosa c'è sotto. Si, esattamente come Superman.

E se tra stringhe e stecche da mozzare il fiato non mi sono sentita ridicola, non c'è che da sorridere. A Camden l'aggettivo "ridicolo" non esiste.


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