lunedì 14 dicembre 2015

Caro Babbo Natale, un Lollocaffè, sempre. Grazie!

Ogni tanto, ma solo ogni tanto, vi parliamo anche di noi, dei nostri lavori e di quello che facciamo, magari di quelli che più ci rappresentano o semplicemente che ci entusiasmano di più.

Diciamo che per vocazione ci piace lavorare a cose diverse, campi disparati che sembrano appartenere a galassie lontanissime, ma che noi vediamo ben stretti e legati dal potente filo della comunicazione che tanto amiamo...e poi ci sono quei progetti con i quali è irrimediabilmente amore a prima vista ed a cui ci affezioniamo assai assai.

Così è successo con LolloCaffè, un amore che dura da 4 anni, che cresce e si espande, stimolandoci e dandoci grosse soddisfazioni.



Del resto, essendo noi dei patiti del caffè, non poteva essere altrimenti, e quindi signore e signori, vi stiamo presentando qualcosa che ci appartiene tanto e di cui siamo molto molto fieri.

Ci è piaciuto tanto girare per negozi alla ricerca dell'addobbo e della chicca “giusta”, qualcosa che simboleggiasse e riproducesse oggetti ed abitudini proprie di quell'atmosfera che si respira nelle case, negli uffici e per le strade, dovevamo ricreare ambienti e mood che evocano e caratterizzano il nostro Christmas Time!

Il concept di base è quello che se intorno al caffè esiste e si rispetta in maniera sacrosanta e devota tutto un rituale, a Natale, questo, non solo si amplifica, ma si rafforza e si impreziosisce.
Tradizioni ed abitudini di casa insegnano e vogliono la famiglia riunita intorno ad una tavola, [quella con la tovaglia bella, i piatti buoni ed il centrotavola rosso] che dopo aver trascorso ore ed ore a mangiare quantità di cibo da guinness world records, si trattiene fino a sera tra racconti, ricordi e giochi con noccioline, schiere di dolci e l'immancabile caffè!

E se ci pensate un attimo, è proprio così, la centralità del caffè è una costante invariabile.
Il caffè resta protagonista indiscusso di quel momento sempre tanto atteso.
Ed infatti, nonostante l’abbondanza di cibo, dolci, delizie e prelibatezze varie, per il caffè c’è sempre una mano alzata che risponde alla fatidica domanda: “chi prende il caffè”?
Da qui la nostra campagna all'urlo: "goditi il tuo espresso, sempre, anche a Natale"...soprattutto a Natale.
E non solo a tavola.

Che sia la pausa caffè dei giorni immediatamente precedenti alle feste, quelle ancora più dolci e con il pensiero alle cose belle che ci attendono, ai regali da fare ed alle cene da organizzare, l’occasione per vedere un'amica per la quale non si ha mai tempo, il caffè del mattino con la sveglia impostata più tardi per quelle colazioni fatte con calma con le persone che ami e con le quali si è passata la notte intorno ad un camino, quello che ci serve per riprendere la concentrazione in ufficio mentre abbiamo la testa tra shopping e viaggetti o semplicemente la carica per preparare paste al forno e tortellini, il caffè c’è sempre.




A questi momenti così semplici eppure così unici pensa la campagna di Natale di LolloCaffè, gesti comuni che appartengono alla sfera domestica e quotidiana di ciascuno e che simboleggiano l’importanza di una festa che piace a tutti, ma proprio a tutti, perché poggia sugli affetti più cari!




Casa, calore, amici, amore, famiglia, posti e persone dove e con cui condividere un’abitudine che resta però un piacere come pochi, quello di un buon caffè!

E così, dopo la Tv, le metro, gli stadi ed i giornali, siamo finiti anche su Giallo Zafferano e presto saremo nelle piazze delle più grandi città italiane.
























http://speciali.giallozafferano.it/speciali-adv/lollo-caffe-gusto-e-passione



Mi dicono che è pronto il caffè.

Capirete che vi devo lasciare. :-P

Intanto però, buone buone feste da Fumo Fucsia e Lollo Caffè, tanto #gustoepassione sono assicurati anche quest'anno, [credetemi]!

mercoledì 2 dicembre 2015

La pacchia è veramente finita: si apre l’era del PRECARIATO del Raccomandato!

C’è CRISI, c’è CRISI, c’è CRISI, la parola più usata, abusata e martirizzata degli ultimi anni, colpisce ancora, colpisce di più, colpisce o-vun-que!
La CRISI è difatti arrivata laddove nessuno di noi poteva immaginare.
Persino quei “poveri” RACCOMANDATI (anch'essi così tanto odiati e nominati) hanno infatti smesso di dormire sonni tranquilli!
Che voglio dire?!
Adesso mi spiego!
La CRISI, signora e spauracchio, divinità impalpabile del male, entità mitologica astratta, figlia di Monti (?)  di Silvio (?) di Renzi (?) dei giornali (?) dell’ Europa (?), di noi tutti che la invochiamo, lei, insomma, ha fatto sì che questa solida e longevissima categoria, quella dei Raccomandati, appunto, una delle poche certezze su cui si basava la società nostrana, si sia vista costretta a snaturarsi, a dividersi, e quindi, da un paio d’anni a questa parte, siamo stati spettatori inconsapevoli un vero e proprio fenomeno di SCISSIONE!

Che voglio dire?!
In Italia, dove, i laureati (non assunti) non lavorano, i dipendenti pubblici (assunti) non lavorano, i politici (assuntissimi) non lavorano [motivo per cui - piccolissima riflessione -  i ladri, cominciano a trovarsi pure loro in difficoltà], se c’era una fascia “umana” protetta, immune a tutto questo, era proprio quella dei Raccomandati!
Schiere di persone non qualificate o poco dotate che, in barba a colloqui, curriculum e liste di scorrimento avevano il passepartout per il chimerico mondo del lavoro.
I raccomandati quindi, mali di tutti i mali, si sono impossessati di aziende, ospedali, uffici pubblici e privati, e chi più ne ha più ne metta, propagandosi peggio di una peste bubbonica.
Bene…[cioè mica tanto], questo era quello che pensavamo quando si parlava di loro, intesi come un’unica grande categoria di parassiti, o quasi!…ma [c’è sempre un bel “ma” in questi casi] ci sbagliavamo, perché, oggi che la CRISI è talmente forte che si sente e si vede, senza neanche più nominarla, oggi, ci si accorge che in fondo questi “poveri” raccomandati, non sono poi tutti uguali.
Ergo, con la disoccupazione allo  *stelle* %, siamo in grado di affermare che esistono in realtà almeno 2 tipi di raccomandati, e cioè:



A  - Quelli che, sì, sono conosciuti, da titolari, direttori, manager e quant’altro, e che quindi eviteranno colloqui formali limitandosi a presentare un curriculum che, nella migliore delle ipotesi, sarà conservato in qualche scaffale a prendere la polvere,
ma, diamine [Omm…respiro profondo] ce l’hanno, hanno “qualcosa” da scrivere, hanno “qualcosa” per la quale sono poi effettivamente CONOSCIUTI!

B -  Quelli che sono anche loro conosciuti dagli alti ranghi di cui sopra, ma per cause, per così dire, di FORZA MAGGIORE!

Che voglio dire?!
Ci sono persone che titolari, direttori e manager non potranno MAI, e dico MAI, non conoscere!
Tipo?


* ATTENZIONE: sono da considerarsi non computati nell'elenco: enfant prodige, quelli che “papà fa il medico, mi ha trasmesso la passione fin da quando allattavo al seno di mamma” ed eccezioni  varie (che poi di fatto sono quelle che confermano il tutto)…*
Dicevamo…tipo?!
Tipo i membri delle loro FAMIGLIE!
Mogli, mariti, figli, sorelle, fratelli, cognati, cugini, nipoti…ci si porta dietro una processione in grado di risalire  - e squarciare - più di un albero genealogico!


Sono loro i veri intoccabili e spesso, non sempre [non vogliamo mica generalizzare qui, d'altronde, anche tra quelli del gruppo A si può incontrare l’ “ANALFABETA BASICO”, il classico “amico di famiglia”, ma, guarda caso, sempre la famiglia ci azzecca] quelli non dotati di alcuna facoltà di pensiero basilare.
Queste figure, con o senza titoli, spesso - non sempre - acquistati neanche a buon mercato, non hanno ad esempio nemmeno bisogno di compilarlo un curriculum, per 2 semplici motivi:
 1)   Si trovano già nello stato di famiglia
       2)    Non saprebbero cosa scriverci dal momento che, CASA = FAMIGLIA = LAVORO!

- C’ bella cos! -

Dunque, sono questi i “mostri sacri” (nell'accezione più alta dell’aggettivo “sacro” che rievoca la Sacralità della famiglia) con i quali raccomandati di serie B e lavoratori comuni mortali sono costretti a misurarsi, ebbene, inutile a dirsi, è un duello assai impari.
Ne avrà da gioire il Vaticano se nel secolo della crisi della famiglia, resiste il must LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO, (tranquilli, mentre scrivo non ho la colonna sonora de “Il Padrino” o simili, nelle orecchie, o meglio, non ancora) e qui, in Italia (nord-centro-sud), lo sappiamo bene.
Esempio a caso?
Avete presente quelle “azienducole”[1] che si ammantano di tecnologie e riconoscimenti più o meno prestigiosi per tentare di coprire i piedi argillosi - ma rigorosamente di famiglia - sui quali poggiano?!  Bene, fanno proprio al caso!
E se qualcuno si starà chiedendo - banalmente -
che tali imprese hanno comunque bisogno di persone competenti e specializzate al loro interno,
la risposta è, se possibile, ancora più banale: CERTO CHE Sì!  
Ed infatti…
Secondo voi, che ci stanno a fare i milioni di laureati alla prima esperienza lavorativa?!?
A cosa servono quelle altre paroline, che pure si sentono assai ultimamente, come:
-          STAGE
-          CONTRATTO A PROGETTO
-          TIROCINIO FORMATIVO    
Fonte: www.diversamenteoccupati.it
   
Del resto la lingua italiana è tanto bella proprio per questo, (anche se comunque ci divertiamo a rubare qualche parolina qua e là) è talmente ricca di sinonimi che si potrebbero trovare altri 10, forse 100 termini per definire in maniera diversa quello che è un fatto tristemente acclarato:

Tra corsie preferenziali e scorciatoie più o meno efficaci, il merito sbanda ed esce sempre più fuori strada, MA, [anche qui un bel “ma” ci sta tutto] se ci pensate la PRIMA VOLTA, è solo una, e nella maggior parte dei casi, pure la più brutta.
Il bello viene sempre dopo!
Ed un’esperienza di porte chiuse in faccia, renderà solo più abili ad aprirle, e ad essere sì, un po’ tutti, più meritatamente CONOSCIUTI!









[1] Azienducole: piccole o medio-piccole imprese, tra i 20 ed 50 anni di attività, nate da pregresse esperienze di genitori, nonni, zii e parenti prossimi, al cui vertice risiede ancora una famiglia in seguito a innumerevoli “innesti” e ricambi generazionali.

giovedì 26 novembre 2015

Black Friday? Il primo vero benvenuto al Natale!

Sapete che giorno è oggi?

Oggi, 26 novembre 2015, in America si festeggia il Thanksgiving Day, il giorno del Ringraziamento, quella festa tanto caruccia ed amata dai milioni di tacchini che, ahimè, anche quest’anno verranno rimpinzati con ripieni più o meno tradizionali ed accompagnati da patate rigorosamente dolci e salsa ai mirtilli.
ALT, non ce ne vogliano i tacchini, ma non è nostra intenzione impelagarci in un post filo-vegetariano, anzi, ad essere onesti, la questione al momento non tange minimamente il nostro interesse.
Dicevamo piuttosto del Ringraziamento, che, oltre ad essere l’occasione in cui si rende grazie a Dio per quanto “raccolto” e fatto durante l’anno, cadendo negli Stati Uniti il 4° giovedì di novembre, è anche un modo per dare l’avvio ai preparativi del Natale, un po’ come da noi succede per la festa dell’Immacolata l’8 dicembre.
Ed infatti, se ci pensate, quanti giorni mancano al Natale?
Rullo di tamburi…30!
Giusto un mese ci separa da slitte, babbo Natale, alberi, regali, pacchi e pacchettini_
giusto un mese manca alla festa più adorata dell’anno…CHE FELICITA’!



Ebbene, nonostante sia notoriamente risaputo che sconti e promozioni iniziano a gennaio e che, una volta finiti bisogna aspettare fino a luglio per gli attesissimi saldi di stagione, oggi esistono altre paroline magiche, sconosciute forse ai più, che sono un vero toccasana per gli amanti dello shopping.
[PRESENTE!]


Avete mai sentito parlare di Black Friday e Cyber Monday?
Chiunque di voi bazzichi tra store e shop online sa di cosa parlo!
Il venerdì nero, ovvero il venerdì successivo al giorno del Ringraziamento, è infatti da anni considerato come il PRONTI - PARTENZA - VIA alla stagione degli acquisti natalizi.
Consiste in un giorno di eccezionali sconti e promozioni anticipate che spingono ormai milioni di consumatori ad accaparrarsi capi e pezzi di collezioni attuali a prezzi super convenienti!
Che cosa meravigliosa, non trovate?! *_*


E non finisce qui, al Black Friday, segue a sua volta il Cyber Monday (letteralmente, “lunedì cibernetico”), una giornata all'insegna di sconti e ribassi online soprattutto nel settore dell’elettronica, il Black Friday dell’e-commerce per intenderci.
[per la serie, chi ha detto che il lunedì è una brutta giornata?!]
Entrambi gli eventi si sono propagati e diffusi dall'America in tantissimi altri paesi tanto da diventare veri e propri fenomeni: file di persone sono solite accamparsi fuori i negozi anche con tende per passare la notte, il traffico impazzisce e le vendite schizzano a livelli impressionanti.

In Italia, dite?
Beh, nonostante tecnicamente non siano più dei “neonati” (pur risalendo a 90 anni fa, il Black Friday è infatti esploso negli Stati Uniti intorno agli anni ’80), si sa che il nostro paese risulta sempre un po’ lentino e restio alle novità, e quindi, nel Bel Paese, vuoi pure per l’effetto anti-crisi che rilasciano, è da pochissimi anni che abbiamo familiarizzato con questa nuova generazione di sconti.
In particolare, qui da noi il fenomeno resta più circoscritto al web ed infatti Amazon, come già anni fa Apple, Unieuro, MediaWorld, Euronics e simili, sono già pronti a scatenarsi e far scatenare, ma un po’ tutte le grandi case commerciali si apprestano a salutare l’evento, tant'è che toccherà tutti i settori, dall'abbigliamento, agli elettrodomestici, fino ai giocattoli.


E siccome quando vi parliamo delle cose ci piacerebbe che voi ne faceste anche un’esperienza diretta, vi segnaliamo dove potreste vivere un enorme Black Friday “fisico”, cioè in store.
Alla Reggia Designer Outlet di Marcianise, ad esempio, domani ci sarà il 30% di sconto aggiuntivo in tutti i negozi che hanno aderito all'iniziativa e c’è pure chi stupisce, come l’Atelier Bencivenga che offre ai suoi clienti non solo il venerdì nero, ma l’intero weekend.














Del resto, come si dice, il nero (già) sfina, è (il) sintomo dell'eleganza, se ci aggiungiamo pure questa,da domani siamo pronti a professarci pii e devoti sostenitori del total black peggio della pece!
Che sia per avvantaggiarci con qualche regalo di Natale, per fare l’affare dell’anno o semplicemente per coccolarci un po’, godiamoci pure questo nero, nerissimo venerdì, con tutto il fascino di cui la “SALDI-MANIA” gode forse ancor di più dello shopping in sé.
[qualcosa mi dice che seppure fosse capitato di venerdì 13, avremmo messo in fila anche la superstizione!]

giovedì 19 novembre 2015

Ci tocca, ringraziamo Fendi!

Ebbene sì!
"GRAZIE FENDI", è questo il motivetto che Romani, Italiani e turisti di tutto il mondo dovrebbero intonare in coro davanti alla RESTAURATISSIMA Fontana di Trevi!
La nota casa di moda ha, infatti, finanziato e patrocinato i lavori che hanno ridato lustro e bellezza ad una delle fontane più famose del mondo.


Ma non solo, Fendi, legata da un rapporto d'amore particolare con la città eterna, che ben 90' anni fa le dava i natali, ha deciso di replicare.
"Fendi for fountains" titola l'ambizioso progetto di riqualificazione e promozione del patrimonio culturale della città di Roma, nato nel 2013 proprio in vista dell'imponente restauro della fontana simbolo della dolce vita che fu.

http://www.fendi.com/it/the-magic-of-fendi/fountains
Beh, cosa dire, chapeau, come direbbero gli amici francesi, a questi mecenati 2.0, cultori della moda, che sano valorizzare l'infinito potenziale d'arte di cui pullula la capitale.
Siete passati a Roma in questi giorni?



Io sì e ci sono stata anche un anno fa, con i lavori in corso, motivo per cui DEVO continuare a fare i complimenti a Fendi.
Inaugurata il 3 novembre scorso, la fontana appare talmente bella da risultare nuova soprattutto a quelli che ne avevano un ricordo recente.
Ho fatto un esperimento con più di una persona ed il risultato, o meglio la domanda, è stata simile più o meno per tutti: "è sempre stata questa la fontana di Trevi?" :O
La meraviglia, invece, era palpabile a plebiscito!


Dicevo, o meglio accennavo, che c'è quindi un altro coro da intonare alla maison romana che ha come ritornello il già citato "non solo" almeno per altri 3 motivi, ed eccoveli qua, un, due e tre:

_iniziati nel luglio del 2014 i lavori sono terminati con ben 84 giorni di anticipo (cioè quasi 3 mesi) pur rispettando fedelmente ed alla perfezione il progetto;




_artefici del tutto 3 ditte del restauro [UDITE, UDITE] italiane che, avvalendosi di recenti ed innovative tecnologie hanno rivoluzionato completamente il sistema idrico ed elettrico.
La Fontana è oggi dotata di luci al led che oltre ad illuminare meglio i punti focali della struttura centrale del monumento e a regalare giochi di luci ancora più emozionanti, hanno un consumo energetico veramente bassissimo - per intenderci, una volta tanto, il comune ci andrà pure a
risparmiare - l'acqua è più dolce ed i marmi meno sottoposti all'erosione;


_durante i 516 giorni di lavoro, non è poi stato impedito ai turisti l'accesso alla fontana! [ne sono testimone]
Come?!?
Con  la creazione di quello che è stato definito il "cantiere-show".
Un ponte sospeso per passeggiare lungo la passerella panoramica, da cui era possibile scrutare lo stato di avanzamento dei lavori, una piccola vasca bianca per non rinunciare al rito della monetina...ma non è finita qui!
Se non bastasse, ad impreziosire questa storia, c'è anche il lato social del restauro,
Sì avete capito, dedicati un sito web ed un'app che nel raggio di 200 metri dalla fontana, dava la possibilità di scattarsi un selfie, a richiesta, anche personalizzato!
Tutto ciò ha avuto come naturale consecuzione un boom di visitatori che solo nel primo mese si è attestato sulle 1200 persone all'ora!


Avere dubbi sul fatto che tutto ciò sia avvenuto in Italia, è, ahimè, un fatto più che lecito, tant'è che in questi casi, come con la più banale bilancia, la fisica impone che quanto più Fendi sale verso l'alto, il comune di Roma ed il governo italiano sprofondano verso un basso indefinito.
Non che non si apprezzi un gesto d'amore e  filantropia come questo, anzi, che si prenda prontamente esempio da chi, avendone possibilità, vuole fare questo passo indietro nel tempo riportandoci al mecenatismo rinascimentale, ne siamo ben lieti, io personalmente ne sarei molto fiera, ma nonostante questo, le domande sorgono spontanee e necessariamente al plurale: 

Bisognava aspettare una seppur rinomatissima casa di moda per intraprendere e saper gestir un restauro con competenza, intelligenza, fedeltà al progetto, rispetto dei tempi e perché no, un grande ritorno economico e d'immagine???

Mah...io comunque la monetina l'ho lanciata, e non quella da un centesimo! [lo giuro]...





sabato 31 ottobre 2015

Per Halloween regalatemi uno Zombie!

C'è chi ha bisogno di coprirsi il volto con una maschera e chi, invece, la maschera che ha dentro la tira fuori con consapevolezza, e la mostra a tutti senza paura.



I capelli colorati, il corpo disegnato, l'anima piena di sfumature, esplodono nelle persone che non sanno e non vogliono trattenere quello che hanno dentro: la gioia, il dolore, l'umanità, la fragilità, e il coraggio.

Halloween è l'occasione più blasfema per parlare degli zombie veri, quelli che si sbriciolano, un po'come me, alla luce del sole d'inverno, che si coprono gli occhi con strati di nero come gli antichi egizi, e che nascosti in una coltre scura si sentono più protetti.









Con il mio "real zombie" preferito, se fosse mio amico (cosa che mi piacerebbe tanto), mi scuserei molto per aver scelto proprio questo giorno per parlare di lui.
Ma a volte le ricorrenze ci spingono per strade banali, e sgranocchiando un pezzo di torrone con una coperta sulle gambe si possono fare molte cose.

Halloween è una festa che non ho mai sentito veramente, che non mi appartiene e che non capisco, ma mi affascina per tutto quello che di dark e funesto porta nell'aria, e per l'idea fantasiosa che per un giorno ci si possa sentire morti e contenti allo stesso tempo.




Il mio zombie preferito, dicevamo, con il quale condividerei volentieri anche Natale, Pasqua e Ferragosto, si chiama Zombie Boy. E' molto famoso, certo. Non necessita quasi di presentazioni.
Modello, performer, artista. Bellissimo, a mio avviso.

Zombie boy mi ha regalato qualche notte di insonnia, e mi ha incuriosito come pochi al mondo.
Ho ascoltato la sua voce in inglese, in francese, e l'avrei ascoltato anche in aramaico antico se avesse rilasciato interviste in lingue dimenticate, e mi sono lasciata ammaliare dalle sue-proprie descrizioni di se stesso. Mi sono divertita molto, lo confesso!




"la beauté est dans l'oeil de celui que regarde, non?"


Lo show è la vita, e la vita è uno show.
Quando non c'è distinzione tra quello che c'è dentro e quello che si vede fuori, niente può essere più pulito e più chiaro. C'è chi si spaventa di fronte a tanta sincerità. L'essere umano, si sa, è abituato a mentire, soprattutto a se stesso; solo dopo agli altri.


"no fear, no pain"

Se te lo sussurra uno zombie, la situazione si fa molto intrigante.
Se te lo sussurra uno zombie che ha fatto del proprio corpo, debole, la sua più grande forza, la situazione si fa molto intelligente.
Se te lo sussurra uno zombie che ha imparato, dalle proprie paure ad incutere timore, la situazione si fa molto coraggiosa.




Se ci sia una differenza tra la bellezza interiore e quella esteriore non saprei dirlo, semplicemente perché non la vedo. Quello che credo, però, è che, quando osserviamo la bellezza, sia sempre un particolare ad attirare la nostra attenzione.
Io, quando guardo Zombie Boy, non riesco a vedere che i suoi occhi.


https://www.youtube.com/watch?v=Yb_c6ho99xE








martedì 20 ottobre 2015

Milano all'improvviso!

Riprendo a scrivere dopo la solita simpatica lunga pausa, una pausa ricca di impegni ed emozioni.


Torno da un'iniezione di immagini, sapori ed allestimenti megagalattici, da un minitour tra Bologna, Milano e Parma, ho tante cose da raccontare e tanti input da canalizzare per fare in modo che dal bellissimo caos si torni al bellissimo ordine.

mercoledì 2 settembre 2015

LET'S START! | SI RICOMINCIA!!

2 settembre, perché il giorno #1, che sia di gennaio o di settembre, non si lavora, o comunque non si lavora mai sul serio!!






















Lo START!, però, è quello di ieri, di una mattina in cui ci alza dal letto senza gru e senza sveglia, ci si guarda intorno, si annusa l'aria del mattino, e si punta al verde.

E se il mare non è più a portata di mano, fortuna che a quattro passi c'è un bosco in cui perdersi, splendente di smeraldo, e con lanterne da Campi Elisi.

Si ricomincia con il piede giusto!
Quello che da il via ad una corsa rigenerante, che disintossica i piedi stanchi di affondare nella sabbia, e la testa e le spalle dalla musica assordante e dai troppi mojito bevuti responsabilmente, perché alla fine, diciamocelo, se si è felici si può ballare tutta la notte anche da sobri! 
E poi l'abbiamo capito che un cicchetto ci sta, ma cinque sono troppi 
(ma questo poi riguarda l'età).







L'importante è fermarsi ogni tanto, e guardarsi intorno. Respirare, recuperare le energie, e ricaricarsi di colori e di emozioni. Quando impariamo a godercele, le emozioni, non c'è niente che possa turbarci davvero, e niente che possa rubarci il tempo!

E' solo dopo essersi fermati veramente, che si può veramente ricominciare a ballare! 
ooopppsss.... a lavorare!!





martedì 21 luglio 2015

Lavori in corso_"Har- the sequence of Deb′o·rah"

Secondo video del progetto - installazione "Har-".

Note di regia:
Liberamente ispirato alla figura della profetessa israelita Deborah, dal Libro dei  Giudici, il  video intende narrare una sequenza o, simbolicamente, un  canto.
Una  performance atta a rappresentare il pensiero  di  una  donna o, più semplicemente, di un essere umano.
Una domanda, alla base di questo progetto:
"gli umani, di cui ogni giorno osserviamo le scelte e le azioni, quanto  osservano  i  propri  pensieri?  E  noi?"
Ciò  che  gli  uomini  guardano  sono  le  espressioni.  E la  poesia  sta nel  pensiero.  Deborah  è  consapevole  che  tale  riflessione  sia  letta  da  Dio  e  per  questo  è  a  Lui  che dedica il suo canto, a Colui il quale ne  conosce  tutte  le  intime inclinazioni  e che  ci  invita,  liberamente,  a  "guardarci"  un  po'  più  in  profondità.


Le  azioni  di  noi  uomini  sono  incredibili  ed  le nostre espressioni estremamente varie. Quanto riusciamo veramente a leggerle? 
Il video non è di certo un documento  sulle  sinapsi umane,  ma   la  performance  di  Silvia  Bruni.
Deborah  l'israelita  è  stata  "un  Giudice",  ed  insieme  a  Dio  ha  vinto  una  guerra. 
"Ma  quale  guerra posso  vincere  da  solo?  e  quale  esempio  mi  insegna  l'antichità?"
Ancora  in  lavorazione,  il  video  avrà  una  durata  massima  di  4' .
E'  stato  girato  in  totale  work  in  progress  al  teatro  Lolli  di  Imola - Bologna.



Un ringraziamento particolare va all' associazione TILT  Teatro di  Imola  (BO).

Altri ringraziamento vanno allo scultore Antonio Canova, a Silvia Bruni, performer già presente in Har- da Sofonia, ed al personaggio di Deborah.

regia_ Donato  Arcella
performer_ Silvia  Bruni
tech_ Luca  Tanieli



Donato Arcella_
- IVHAM '15 New Media Arts Festival - Madrid - Spagna, Fest invitado Magmart - Napoles.
- Overflow Transborda '15 Videoart  Alcobaca - Portogallo
- Streaming Festival video art - L'Aja ( NL ) and BOX Videoart Project - Visualcontainer    Milano - Italy. '14
- Human Rights? Internazionale di Arti visive Trento - Italy. '14
- XXXFuorifestival - Arte,  video  e  altre  culture…  Pesaro-Urbino  Italy. '14
http://www.premioceleste.it/donatoarcella

lunedì 8 giugno 2015

Bianco, nero e sfumature di occhi _Bowie ed i sogni!


Scopro oggi, ieri (ieri, causa fuso mentale) a soli 23 anni dal giorno delle nozze, che David Bowie sia sposato con una donna bellissima. Nera come la pece e denti di perla, oltre che gambe mozzafiato... ma questo mi pareva ovvio ancora prima di vederla. fasciata in un vestito di bianco violento, cos' come tradizione che si rispetti vorrebbe. Perchè diciamocelo, se deve essere bianco, che bianco sia.


Mi permetto una piccola parentesi sui colori ...

giovedì 23 aprile 2015

Welcome to Camden_ TravelTips da Londra





A Camden Town, non puoi non andare. A tratti ti sembrerà Disneyland, a tratti un parco giochi, a momenti un posto per bambini. Mi sarebbe piaciuto passare di lì molti anni fa, ma poco importa.







Che sia turistico, un po' artefatto, un po' sintetico, è indubbio, ma è un folclore che ci piace, e ci entra nell'anima.