25 luglio_ Arenile Reload_
Tricky.
Travolta da un insolito destino
nell’azzurro mare di fine luglio, mi scuso.
Serata afosa, che neanche il mare
di Bagnoli riesce a tirarti su il morale. Un palco piccolo ad attendere, e una
spiaggia un po’ più affollata.
Pochi intimi, oserei dire, per un
concerto al quale valeva comunque la pena essere presenti.
Ben lontani da uno spettacolo
standard. La divisione tra palco e pubblico non esiste. Siamo pochi, è vero, ma
non è detto che dobbiamo stare tutti insieme! Tricky si da, si concede, e si
regala, dal primo istante. Tutti sul
palco a ballare alla prima canzone. Ottimo inizio e grande condivisione. Si
certo, anche Iggy Pop invita sempre sul
palco un paio di persone mentre costantemente gli cascano i pantaloni... ma qui
siamo a Napoli, e sul palco c’è una festa. Forse un po’ troppo passivo e
tossico il pubblico spettatore. Contrasto violento tra quelli che ballano e
abbracciano Tricky e si abbracciano, e quelli un po’ spenti che osservano,
alcuni molto divertiti, altri un po’ increduli, ma in ogni caso troppo immobili
e statici.
Il clima è quasi familiare. Da una canzone si passa all’altra senza troppi
tecnicismi. La musica si ferma, riprende. Non c’è una cura meticolosa per le
luci, né per i suoni, né per la scaletta, né per la scena. Ci sono loro, e c’è
musica. Passione, ed energia. Quanto basta.
“Tricky
è napoletano come noi”, la presentazione che gli viene fatta prima
dell’inizio del concerto. Napoletano, ma di quelli “carnali”. Si lascia
toccare, scende tra il pubblico, si gode la musica in prima persona. Balla, si
scatena e si diverte. Dopo il concerto, viene a bere qualcosa al bar.
Nero fascio di nervi dalla voce
profonda, ho l’impressione che non sia sul palco giusto. Ho idea che per lui
sia troppo poco. Forse lo è anche per me che lo guardo. Niente è “perfetto”
come dovrebbe. E’ tutto spartano, ma credo che lui non si offenda. E se lui non si offende, non mi offendo
nemmeno io.
Arriva fino in fondo, e si
esprime lo stesso. L’energia e il desiderio di condivisione non hanno a che
vedere con sintetizzatori e amplificatori hi- tech (almeno in parte).
Picchi altissimi ci sono, con
chitarre e bassi da fare invidia ai migliori Rage Against the Machine, e
momenti più soft in cui anche i meno drogati si godono quell’atmosfera dark e
mai eccessivamente inquietante.
Un incrocio di sguardi contenti a
fine concerto: “Qualcosa non ha funzionato”. “Si, vero. Non importa, è stato bello lo stesso.”
Tricky, microfono sul cuore a
simulare i battiti, rimarrà sempre, nei miei ricordi, una bellissima immagine.